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In reazione alla recente legge che vieta il burqa (velo integrale), il presidente austriaco Alexander Van der Bellen, qualche giorno fa, ha espresso l'augurio "che tutte le donne austriache manifestino contro l’islamofobia indossando, in un determinato giorno, il velo islamico, per soliarietà con le donne mussulmane".
Questo ha detto Van der Bellen durante una discussione con un gruppo di studenti organizzata presso la rappresentanza delle istituzione europee a Vienna. La frase risale al 24 marzo, ma è diventata solo ora oggetto di dibattito, dopo che la tv pubblica Orf l’ha trasmessa all’interno di un servizio sui primi 100 giorni del nuovo capo dello Stato.
Il leader del partito populista della Fpoe, Heinz-Christian Strache, si è detto “esterrefatto” e ha chiesto delle pubbliche scuse. E la polemica si è estesa anche alla Germania.
Le critiche hanno sommerso der Bellen ad alcuni commentatori hanno stigmatizzato che, al contrario di quanto crede il presidente Van der Bellen, il velo non appartiene alla tradizione dell’islam delle origini: nessuna donna del Profeta lo portava. La consuetudine del velo è nata a Bagdad nel secolo VIII, con i califfi abbasidi. Con il tempo è stata progressivamente assorbita da diverse scuole di giurisprudenza.
Alexander Van der Bellen proviene dal gruppo di politici ecologisti, nato a metà degli anni ’90 attorno al tedesco Joseph Fischer, che diede il proprio sostegno all’intervento illegale della NATO in Jugoslavia, a fianco della minoranza mussulmana.
A partire dalla seconda guerra mondiale, i Fratelli Mussulmani hanno fatto del velo islamico imposto alle donne il simbolo del progetto politico che vogliono imporre nelle società mussulmane. Questo significa che l’indossare il velo non è un precetto religioso in senso proprio, bensì una scelta politica. In Egitto, negli anni '60, il presidente Nasser, sostenitore di un socialismo nazionale, volle imporre il divieto del velo alle donne, mettendosi contro tutto lo schieramento radicale islamico. Nasser fu fortemente osteggiato dai governi occidentali ma aveva una fortissima popolarità fra gli egiziani di tutte le estrazioni sociali.
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F.lli Mussulmani filo USA[/caption]
Il presidente austriaco non è il primo e non sarà l'ultimo dei politici occidentali a svolgere il ruolo di collaborazionista con le fazioni radicali islamiche. Guarda caso esiste una lunga tradizione in questo senso.
Da notare per inciso che
la setta dei Fratelli Mussulmani, in Egitto come in Siria, è stata nettamente appoggiata dagli USA e dalla Gran Bretagna da molti anni e questo risulta anche da indagini svolte e da un articolo del 2007 del New Yorker, intitolato
"The Redirection" di Seymour Hersh, secondo cui la Fratellanza era direttamente sostenuta da Stati Uniti e Israele, che stavano incanalando aiuti attraverso i sauditi, in modo da non compromettere la “credibilità” del cosiddetto movimento “islamico”. Hersh ha rivelato che i membri della cricca libanese di Saad Hariri, allora guidata da Fouad Siniora, era stata l’intermediaria tra gli strateghi statunitensi e la Fratellanza musulmana siriana.
Hersh aveva riferito che la fazione libanese di Hariri aveva incontrato
Dick Cheney a Washington e gli aveva riferito personalmente dell’importanza di utilizzare i Fratelli musulmani siriani in ogni mossa contro il governo in carica:
"[Walid] Jumblatt poi mi ha detto che aveva incontrato il vicepresidente Cheney a Washington, lo scorso autunno, per discutere, tra l’altro, della possibilità di minare Assad. Lui e i suoi colleghi avevano consigliato Cheney che, se gli Stati Uniti tentavano di agire contro la Siria, i membri della Fratellanza musulmana siriana sarebbero stati “quelli con cui parlare”, aveva detto Jumblatt.”- The Redirection, Seymour Hersh
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Velo islamico e costumi tradizionali[/caption]
L’articolo avrebbe continuato spiegando come già nel 2007, i
l sostegno da Stati Uniti e Arabia aveva cominciato a dare benefici alla Confraternita:
“Ci sono prove che la strategia di reindirizzamento dell’Amministrazione ha già dato dei frutti alla Fratellanza. Il Fronte di Salvezza Nazionale siriano è una coalizione di gruppi di opposizione, i cui principali soci sono una fazione guidata da Abdul Halim Khaddam, ex vicepresidente siriano che disertò nel 2005, e la Fratellanza. Un ex alto ufficiale della CIA mi ha detto: “Gli americani hanno fornito sostegno politico e finanziario"........Vedi:
I Fratelli mussulmani d'Egitto, fantoci dell'occidente, invocano la guerra in Siria.
Niente di nuovo quindi, un altro politico occidentale della sinistra mondialista che si inchina all'islamizzazione delle società europee.
Luciano Lago