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di Luciano Lago
I responsabili politici europei, in particolare della Germania e della Francia, si agitano e protestano contro le nuove sanzioni decise dal Congresso USA e già avallate dal Presidente Trump. Gli effetti gravi e pesanti di queste sanzioni sulle imprese europee che lavorano nel settore energetico con Mosca (con la Gazprom) potrebbero essere tali da mettere in ginocchio la politica di approvvigionamento energetico europea.
Le proteste manifestate in queste ore da parte dei leaders europei sono ormai fuori tempo. Dopo aver avallato in questi anni tutte le iniziative di Washington ed essere stati complici di tutte le operazioni fatte dagli USA in aperta violazione del diritto internazionale, dall'Ucraina alla Libia, passando per l'Iraq, l'Afghanistan, la Siria, lo Yemen e tutti gli altri casi che sarebbe lungo citare ( la guerra contro la ex Jugoslavia fra gli altri), appaiono tardive le prese di posizione di Berlino, di Bruxelles e di Parigi che recriminano a Washington di non essere stati consultati e di aver travalicato gli accordi internazionali, il libero commercio, ecc. ecc. .
Le lamentele dei politici europei appaiono soltanto patetiche e lasciano il tempo che trovano.
Gli USA hanno deciso la guerra economica contro la Russia a scapito degli interessi europei e, se l'Europa protesta, come a suo tempo disse la Victoria Nuland (vice assistente di Obama per l'Europa) che l'Europa si fotta (
Fuck the Europe).
Questa nuova arrogante imposizione di Washington è il risultato di decenni si subalternità dell'Europa alla politica degli Stati Uniti e di cieca sottomissione alle direttive che provenivano dagli USA che hanno prodotto i disastri che tutti ormai riconoscono.
Gli europei pagano le loro colpe per aver partecipato alla destabilizzazione dei paesi del Medio Oriente e Nord Africa assieme all'alleato USA di cui hanno accettato passivamente la strategia del caos che andava a colpire anche i loro interessi, nelle capitali europee non si erano allarmati per il colpo di mano a Kiev nel 2014 contro l'Ucraina, con la conseguente guerra civile, anzi le ex potenze europee avevano dato il loro contributo e si erano associate nel voler partecipare all'accerchiamento militare della Russia, nell'incrementare la "russofobia", aspettandosi ingenuamente la "gratitudine" per il loro servilismo dall'alleato d'oltre Oceano.
Al contrario
da Washington arriva un nuovo atto di arroganza unilaterale che questa volta colpisce direttamente gli interessi europei.
Rimane il fatto che le nuove sanzioni contro la Russia, causate dal pretesto delle presunte ingerenze di questa nelle elezioni USA e votate quasi all’unanimità dal Congresso Usa, costituiscono un salto di qualità sullo scenario internazionale.
Queste sanzioni non hanno più una portata relativamente limitata per l'Europa, come le precedenti ma al contrario
colpiscono al cuore l'economia europea ed i suoi programmi di espansione verso l'Eurasia ed i mercati asiatici, fondamentali per lo sviluppo e per i posti di lavoro.
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Il gasdotto North Strea colpito dalle sanzioni[/caption]
Il tutto si spiega nella logica di voler imporre una situazione di
maggiore subalternità dell'Europa verso gli USA, subalternità che deve essere non solo politica e militare ma anche energetica. Come se non bastasse, nei provvedimenti varati dal Congresso per le nuove sanzioni viene anche motivata "la priorità dell’esportazione di risorse energetiche degli Stati Uniti, al fine di creare posti di lavoro in America per aiutare gli alleati degli Stati Uniti e rafforzare la politica estera degli Stati Uniti. “. Più chiaro di così non potrebbe essere e non occorrono ulteriori spiegazioni.
Se poi qualche leader europeo volesse chiedere il perchè di questo irrigidimento a Washington e fosse ancora vivo il "marchese del Grillo", questi risponderebbe a tono: "...perchè noi siamo gli USA, i padroni del mondo e voi Europa non siete un cazzo".
Inutili quindi le stridule lamentele, quali quella del portavoce del ministero tedesco degli Esteri “Sanzioni contro la Russia non dovrebbero diventare uno strumento per la politica industriale Usa”, ha dichiarato candidamente il tedesco, in attesa di una posizione ufficiale della Angela Merkel che, come riferiscono gli osservatori, si trova in grande imbarazzo in queste ore.
Probabile che vi sia stato in precedenza un tacito accordo che le sanzioni non avrebbero toccato le forniture di gas russo all’Europa. Gli statunitensi hanno calpestato anche quello. Ingenuamente gli europei pensavano che gli statunitensi rispettassero gli accordi, come avevano creduto molti altri popoli in altre occasioni ma la Storia sembra non insegnare niente agli europei.
Naturalmente in Europa ci sono anche gli "entusiasti" di questo accordo come i polacchi ed i paesi baltici che, in omaggio al loro odio antirusso, hanno già accettato la prospettiva di acquistare il gas USA anche se più caro, pur di sottrarsi alla dipendenza dalle forniture della detestata Russia.
Nel frattempo l'Europa sprofonda nella sua disarticolazione, rissosità, antagonismi e contrasto degli interessi reciproci, come dimostra da ultimo la vicenda della Francia di Macron con la Libia, la questione migranti e dei porti chiusi con la porta sbattuta in faccia all'Italia, o come si dimostra dalla nazionalizzazione dei cantieri navali in Francia.
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Mappa del gasdotto russo North Stream[/caption]
Una menzione particolare spetta di dovere
ai politicanti italiani"fiduciosi "nell'Europa. Soltanto Gentiloni, Renzi, Letta, Mattarella e la Boldrini credevano e credono ancora nella "favola" dell'Europa che tutto armonizza, coltiva i rapporti comuni fra gli Stati, tutti entusiasti di cedere la sovranità, felici di coltivare gli interessi comuni, entusiasti per la multiculturalità, le nuove visioni di futuro, ecc.. Qualcuno dovrobbe suonare la sveglia a questi personaggi per farli ritornare nel mondo reale.
Come ha scritto l'altro giorno Adriano Scianca, "...la fiducia dei governanti italiani nella Ue, nel libero mercato, nei regolamenti internazionali, è commovente. Gentiloni & co. credono di vivere in un mondo ordinato, equo, amichevole, dove tutti si vogliono bene, masticano con la bocca chiusa e ti chiedono permesso prima di entrare. Vivono, insomma, nel mondo delle favole. La favola più grande è quella secondo cui gli Stati non contano più nulla, non possono fare nulla, hanno le mani legate, perché tanto fa tutto l’Ue, o il mercato, o l’Onu o chissà chi altro. E invece gli Stati continuano a governare il mondo, a prendere l’iniziativa, a tutelare i propri interessi, forzando le leggi, aggirandole, usandole a proprio comodo, semplicemente fottendosene". Vedi:
Il Primato Nazionale
Una "lezione" di vita per i politicanti della sinistra mondialista che hanno svenduto l'Italia ai potentati sovranazionali in cambio di qualche "piatto di lenticchie" per loro uso e consumo.