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di Elena Quidello
ANCORA SOLDATI AMERICANI IN AFGHANISTAN MA RICORDANDO ORIANA FALLACI SIMBOLO DI EMANCIPAZIONE E DI RISCATTO, CHIEDIAMO LIBERTA’ PER LE DONNE ISLAMICHE. A FIRENZE UN CONVEGNO PER NON DIMENTICARE ORIANA.
Oggi, gli eventi sempre più incalzanti che stanno preoccupando il mondo occidentale per le imprudenti (e criminali) strategie militari adottate in medio oriente dagli Usa, non possono essere disgiunti dagli scritti di Oriana che con grande lucidità e lungimiranza aveva anticipato il dramma dell’Europa e la possibile supremazia islamica a danno dell’occidente tutto.
Dopo sei lunghi anni di guerra in Siria che non hanno visto fortunatamente concretizzarsi alcun reale califfato, le alleanze si vanno delineando paurosamente a sfavore dell’Europa e degli Usa. Se l’amministrazione Trump, pressato dai generali che a Washington sembrano governare più degli stessi presidenti,
dovesse con eventuali pretesti attaccare l’Iran, la guerra si presenterebbe davvero come un’ apocalittica devastazione da espletarsi anche sul suolo europeo essendo questo il ponte da cui far decollare i propri aerei ed eventualmente missili con mini testate nucleari visto che questi sono stati già schierati ai confini della Polonia vicino al suolo russo.
L’angosciosa domanda sarebbe: ‘Da che parte si schiererebbe la maggioranza islamica in Europa visto che la stessa è stata ghettizzata in innumerevoli piccoli ‘stati’ islamici dove la vita scorre secondo leggi e costumi importati in Europa tra l’indifferenza culturale dei parlamentari europei che mai si sono posti il problema della integrazione , della istruzione e della emancipazione.?
Le voci come quelle di Oriana e di altri, sono rimaste nel silenzio soffocate da quella presunzione e superficialità che non ha mai veramente permesso la costruzione ideale di ponti per una vera integrazione culturale , religiosa e sociale. Ognuno nel suo spazio, e, ovviamente ognuno nel suo silenzioso sentimento di odio. Come potrebbe un’Europa non omogenea nei sentimenti, negli obiettivi e negli ideali vedere accorrere al suo fianco i patrioti dell’Unione con lo stesso ardore con cui gi europei islamici sono corsi a migliaia in Medio Oriente per combattere al fianco dell’ISIS e quindi contro l’occidente? Più probabile che nel caos di una guerra si possa assistere ad una rivolta che giochi a favore degli islamici.
E mentre l’Europa si va islamizzando al punto che nel giro di due generazioni potremmo assistere
al sorpasso dell’islam sulla civiltà europea, come dati storici confermano ( vedi esempio impero di Gengis Khan divenuto totalmente islamico nel giro di due secoli), gli scritti e le parole di Oriana Fallaci riecheggiano nell’aria con le sue verità e le sue acute osservazioni. Con la sua la sua sensibilità e la sua psicologia, durante le interviste, riusciva a percepire tra le parole degli sceicchi, i messaggi ambigui che nascondevano la ferma volontà di conquistare quella terra così ricca di fiumi e di verdeggianti colline. Ma in queste verdeggianti colline le donne islamiche hanno imparato ad ubbidire ai loro aguzzini, sono state plagiate con l’insegnamento alla sottomissione e se qualcuna è riuscita ad integrarsi deve averlo fatto con il coraggio di una eroina in lotta contro la paura di essere offesa, giudicata e uccisa da quel maschilismo becero che in Europa oggi, scorazza in lungo e in largo mentre le istituzioni italiane si affrettano a raccontare fandonie sostenendo che gli stupri e i femminicidi sono in maggioranza eseguiti da cittadini italiani.
Se tutto questo accade nell’ Europa che Oriana (scomparsa il 15 sett. del 2006) difendeva con la forza della Ragione, pensiamo all’Afghanistan di oggi , nuovamente alla ribalta per le dichiarazioni di Trump di inviare 3000 soldati a sostegno del Governo, in realtà a sostegno dei progetti di guerra contro l’Iran; pensiamo all’Afghanistan perché là le donne, dalla libertà degli anni 60 e 70 sono passate alla schiavitù dell’anima, alla prigione del burqa, relegate nel silenzio delle mura domestiche dalla assurda legge dei talebani, private anche del diritto all’istruzione. Le donne erano più libere prima dice Malalaia Joia,un’ attivista minuta e determinata che da anni combatte
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Malalaia Joya, attivista afghana[/caption]
la stessa battaglia di Oriana e come lei vorrebbe vedere le donne afghane libere ed emancipate. Malalai Joia che a soli 25anni sedeva nel Parlamento Afghano poi espulsa per aver sfidato i signori della guerra, oggi vive nella semiclandestinità perché minacciata di morte. La stessa non gode di alcuna protezione essendo la sua idea politica totalmente contraria alla liberazione da parte degli Usa o di altro paese occidentale. Ciò perché come ha sempre raccontato nelle sue conferenze in giro per il mondo ( è stata ospite anche a Martina Franca per presentare un suo libro) le donne afghane erano più libere prima che dopo la cosiddetta liberazione.
La politica e l’ occupazione in nome della libertà dei popoli, hanno in realtà scopi ben diversi dalla tanto millantata democrazia e Trump nella sua espansività lo ha dichiarato apertamente sostenendo che gli Usa non tenteranno più di imporre la democrazia. (?)
Intanto l’Afghanistan diventerà terra d’appoggio per eventuale attacco all’Iran, così che tra i signori della guerra favorevoli agli accordi con gli Usa, e i talebani ribelli che hanno giurato guerra aperta agli americani si prevede un altro lungo periodo di sofferenza per la popolazione femminile. Le trombe di guerra non sono ancora squillate ma la Turchia, che non si sente più sicura dell’alleanza con gli USA, per la prima volta dopo la rivoluzione islamica del 79, ha invitato ad Ankara il capo delle forze armate iraniane, il generale Mohammad Baqeri , probabilmente, per sondare la volontà degli iraniani e capire come si muoveranno in caso di attacco. Se a questo aggiungiamo la visita del capo delle Forze armate libiche Khalifa Haftar a Mosca si può supporre che “ le disavventure militari dell’occidente in Medio oriente stiano terminando”- dichiara un cronista di Chronicle il quale incalza con la seguente frase. “ I criminali occidentali responsabili del saccheggio del tesoro libico sono comunque ancora in pericolo.” (da Chronicle)
Nell’ 11° anniversario di Oriana è dunque doveroso chiedersi come sia stato possibile che le donne Afghane dalla emancipazione degli anni 60 e 70 siano passate alla schiavitù nonostante le guerre venissero propagandate come "GUERRE PER LA DEMOCRAZIA".
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Queste due immagini di donne afghane che dalla progressiva emancipazione degli anni 60 e 70 sono passate infatti, alla oppressione da parte dei talebani, ci ricordano che Oriana Fallaci conosciuta come la scrittrice coraggiosa che raccontava gli eventi bellici, non era solo una cronista ma una donna che con i suoi scritti sfidava la mentalità maschilista e feudale di certa generazione maschile per solidarizzare con la vita miserevole di tante donne islamiche e incoraggiarle alla istruzione, unico mezzo questo , di riscatto e di libertà. Cosa ne sarà delle donne afghane se Trump o chi per lui, avendo deciso di riportare i soldati in’Afghanistan, trascinerà il paese in un'altra lunga e logorante guerra contro i feroci talebani che con la guerriglia invisibile ammazzerebbero con la nota strategia d’attacco, gli odiati nemici americani che nemici non sono perché trattasi di giovani spediti a morire solo per fare il loro dovere di militari ?
I talebani hanno già promesso di non dare tregua agli americani, ma a morire sarebbero tanti bravi ragazzi al soldo di potenti che della loro vita se ne infischiano. Li abbiamo visti in altra guerra, i giovanissimi marines americani dai volti chiari e dai capelli biondi andare incontro alla morte come tanti ‘Corradini di Svevia’, ‘giovani e forti’ con in testa l’ideale della libertà, con l’entusiasmo e l’ardore degli eroi, morire assurdamente per tenere il gioco dei più forti che dalla loro morte succhiano la linfa dell’immortalità e si tramandano il potere da un secolo all’altro come avveniva in tante dinastie del passato e avviene in quelle del presente.
Non si può non pensare ad Oriana Fallaci quando vediamo ciò che è diventato l’Afghanistan dopo che gli USA, per sconfiggere i russi che erano intervenuti dopo l’assassinio del presidente filo sovietico Katari , hanno rinverdito, come sempre, il radicalismo islamico appoggiando, con invio di armi e campi di addestramento in Pakistan, i ribelli islamici così-detti Mujahidin per i propri scopi. Con i talebani il mondo ha dovuto assistere ad una inaudita barbarie tanto che alcuni osservatori occidentali si espressero a favore della Russia sostenendo che almeno i russi avrebbero sradicato quel mondo primitivo fatto di belve umane nella cui mentalità e tradizione vige ancora la legge della obbedienza cieca ed irrazionale ad un solo potere: quello fanatico-religioso; e allora rileggiamo uno dei brani forti della Oriana e capiremo che nulla è cambiato da allora anzi è peggiorato al punto che per non allarmare gli europei si studiano strategie sociali tese a sollevare i disagi degli immigrati per disarmare eventuali terroristi che, al grido di Allah, si lanciano in attacchi di morte. Ma non saranno i benefici sociali a fermare lo spirito di chi ha nutrito la mente con ben altra dottrina .L’islam marcia per attaccare e per vincere qualsiasi sia la strategia o l’arma che le verrà puntata contro.
Eppure , di fronte a una immagine come questa ci si chiede perché e come sia potuto accadere che anche in Afghanistan il potere sia ostacolato da tanta crudeltà. Ci si chiede chi ha rivitalizzato questo antico, iniquo e brutale metodo di punizione che era stato cancellato negli anni 60 e 70 in Afghanistan anche durante la presidenza del riformista Taraki assassinato nel 79 dal suo vice primo ministro: Hafizullah Amin considerato un uomo della Cia.. Ma più importante è capire chi sono i mujaheddin afghani da sempre propagandati come guerriglieri per la libertà . In realtà sono guerriglieri della stessa pasta dell’Isis , fondamentalisti e sostenitori del ritorno all’islam punitivo con buona grazia degli imam che dopo le riforme liberali fatte da Taraki e con l’appoggio degli Usa e suoi alleati sauditi , hanno riportato il paese nell’inferno. In quegli anni il capo della guerriglia afghana Gulbuddin Hekmatyar, era conosciuto per la crudeltà con cui sfigurava i visi delle donne con l’acido sostenendo che questo era in linea con i precetti islamici. I mujaheddin che lo seguivano facevano la stessa cosa; scuoiavano lentamente i loro nemici amputando dita, gambe, orecchi, naso e genitali .
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Donne Afghane oggi[/caption]
Come poteva Oriana sopportare questo orrore visto che , a lei, inviata di guerra per professione, non potevano sfuggire queste pratiche e la sua rabbia bolliva per gridare al mondo : ‘Basta’!. Se le domande non trovano risposte è vero ciò che Oriana temeva e lo scriveva: ¨ Il Nemico è in casa’. Che si chiami talebano o jihadista, o terrorista dell’isis il nemico è islamico e il metodo sempre lo stesso in ogni parte del mondo e se l’Europa crede di essere esonerata, s’illude perché il nemico è anche l’amico alleato che tutto questo lo ha programmato nell’ubbidienza totale della debole Europa e dei suoi ancor più deboli europarlamentari ….
“…….Continua la fandonia dell'Islam «moderato», la commedia della tolleranza, la bugia dell'integrazione, la farsa del pluriculturalismo. E con questa, il tentativo di farci credere che il nemico è costituito da un'esigua minoranza e che quella esigua minoranza vive in Paesi lontani. Be', il nemico non è affatto un'esigua minoranza. E ce l'abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d'occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all'occidentale, e secondo i suoi complici in buona o in malafede perfettamente-inserito-nel-nostro-sistema-sociale. Cioè col permesso di soggiorno. Con l'automobile. Con la famiglia. E pazienza se la famiglia è spesso composta da due o tre mogli, pazienza se la moglie o le mogli le fracassa di botte, pazienza se non di rado uccide la figlia in blue jeans, pazienza se ogni tanto suo figlio stupra la quindicenne bolognese che col fidanzato passeggia nel parco. È un nemico che trattiamo da amico. Che tuttavia ci odia e ci disprezza con intensità. Un nemico che in nome dell'umanitarismo e dell'asilo politico accogliamo a migliaia per volta anche se i Centri di accoglienza straripano, scoppiano, e non si sa più dove metterlo. Un nemico che in nome della «necessità» (ma quale necessità, la necessità di riempire le strade coi venditori ambulanti e gli spacciatori di droga?) invitiamo anche attraverso l'Olimpo Costituzionale…... Un nemico che le moschee le trasforma in caserme, in campi di addestramento, in centri di reclutamento per i terroristi, e che obbedisce ciecamente all'imam. Un nemico che in virtù della libera circolazione voluta dal trattato di Schengen scorrazza a suo piacimento per l'Eurabia sicché per andare da Londra a Marsiglia, da Colonia a Milano o viceversa, non deve esibire alcun documento. Può essere un terrorista che si sposta per organizzare o materializzare un massacro, può avere addosso tutto l'esplosivo che vuole: nessuno lo ferma, nessuno lo controlla”. (ORIANA FALLACI)
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Talebani in Afghanistan[/caption]
Non c’è una sola parola di oriana che non dipinga la situazione di oggi in Italia e in Europa. A queste accostiamo un articolo della giornalista Alexa Erickson integralmente riportato nel ‘Chronicle’. La Erickson racconta come il professore universitario William Podlich che nel 1967 lavorò per l’UNESCO a Kabul portando con se la famiglia , appassionato di fotografia, abbia scattato in quegli anni, innumerevoli foto che oggi la figlia del professore ha concesso alla redazione di Chronicle per un confronto del mondo afghano di allora con quello attuale; questo mondo che, dopo l’ invasione Usa succeduta a quella russa , è ritornato indietro di secoli lasciando il paese nelle mani dei signori della guerra , oggi è ancora immobile. Nessun cambiamento positivo. Tra la resistenza di una minoranza che chiede ancora democrazia e giustizia e rifiutano la presenza di milizie occidentali, e i talebani che incalzano con la loro ferocia , non c’è pace né giustizia per le donne. I talebani continuano ad usare la legge della punizione islamica come tradizione comanda. Vediamo alcune di queste foto e capiremo che questo paese ha subìto la più ignobile delle invasioni , quelle studiate a tavolino e che poi si espandono come erbe infestanti ovunque vi sia ancora un po’ di libertà.
A Firenze ogni 15 settembre si tiene un convegno organizzato dall’Associazione ‘THANK YOU ORIANA’ organizzato dal suo presidente
Amando Manocchia.
Image L’Associazione ha lo scopo di superare le divisioni che l’islam sta portando in Europa con un piano di collaborazione culturale e interreligioso in nome di una grande giornalista che dalla esperienza della guerra ha tratto la forza di denunciare le verità che si nascondono dietro le apparenze di una politica selvaggia, destabilizzante e distruttiva.
Al Convegno interverranno Souad Sbai, Padre Madros, Generazione identitaria e, ospite speciale Giuseppe Povia che alle 21 presso la Terrazza Brunelleschi eseguirà brani su temi politici in musica.
Elena Quidello
P.S. L'opinione dell'autore puo' non coincidere con la posizione della redazione.