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Il liberalismo e la società di mercato come “totem” della sinistra mondialista e sodali

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di  Paolo Borgognone Il liberalismo rappresenta oggi non soltanto una ideologia politica bensì un modo di essere, l condizione richiesta come necessaria agli esseri umani per poter permettere loro l'accesso alla così detta "società civile" . La pseudo civiltà-occidentale postmoderna si basa su un pregiudizio culturale intimamente totalitario: o si è liberali o non si è. Chi non aderisce all'identità unica postidentitaria, liberale (nella sua tripartizione consentita: moderato-rifromista , progressista e radicale di sinistra), e rifiuta di sottomettersi ai processi di globalizzazione culturalmente promossi e agevolati dalla sponda sistemica del liberalismo, per la comunità accademica e giornalistica dei così detti intellettuali è, di per sè, considerato già un nazista. La "reductio ad hitlerum" è lo stigma dell'infamia del XXI secolo e viene affibbiato d'ufficio, ad ogni avversario della globalizzazione, della NATO e della pseudo cultura liberale. La pubblicistica liberal progressista oggi sostiene apertamente che "il riferimento culturale dell'anima nera del nazionalismo russo ortodosso è la stessa vecchia anima nera del nazional socialismo tedesco. Ed è questo il "nuovo inizio" a cui fa riferimento la destra radicale americana". Le correnti politiche nazional patriottiche , neuroasiatista e nazional-religiose della Russia contemporanea venivano fatto oggetto di una campagna di demonizzazione senza precedenti da parte del coro degli intellettuali progressisti europei , e le motivazioni di tale strategia di guerra psicologica contro il patriottismo cristiano-ortodosso e, nello specifico, euroasiatista, risiedevono nell'assunto secondo cui , a detta dei radical-chic, in Russia sarebbero attivi un pugno di movimenti che oscillano dal nazionalismo estremo al rigetto dell'immigrazione, dalla valorizzazione in senso ultraconservatore della tradizione della religione ortodossa, spesso in opposizione ai movimenti per i diritti delle donne e dei gay, alla nostalgia del passato monarchico (...............). In Europa ad esempio i tedeschi attribuirono al paganesimo nordico, al mito nibelungico di Sigfried e Odino i caratteri iniziatici e di fondazione del proprio patriottismo originario, radicale, esoterico, identitario. Gli italiani, se non fossero troppo impegnati a specchiarsi nel vuoto politico ed esistenziale dell'apologia del nulla, ovvero della civiltà nichilistica di mercato e di omologazione alle mode liberali dettate dalla pubblicità, saprebbero guardare con occhi meno ciechi alle origini imperiali, federative, pluralistiche, missionarie, della loro patria storica. I russi, almeno quelli politicamente più consapevoli riuscirono nell'intento di ripristinare la funzione catecontica imperiale, tradizionale, dell'immenso Continente Nazione-Euroasiatico, la così detta Mosca Terza Roma, la Russia-Eurasia segreta, ancestrale e iperborea. Quella che i progressisti definivano, per la verità piuttosto superficialmente ed acriticamente, l'estrema destra nella società russa di oggi, veniva demonizzata in quanto potenzialmente rappresentante un fattore di risposta identitaria, sovranista e patriottica, in nome di ideali religiosi cristiani-ortodossi e spirituali, euroasiatisti più in generale, al cosmopolitismo liberale invocato nei peana di personaggi come Barack Obama, Hillary Clinton e circo spettacolistico di complemento al seguito. Sono infatti i liberali euroatlantici del centro destra, come del centrosinistra a blaterare sul fatto che "la Russia dovrebbe aprirsi al mondo", ossia all'economia occidentale, tecnologizzandosi, andando a produrre smartphone e gadget di comunicazione multimediale per alienati e, magari, cedendo alle multinazionali del petrolio USA, così come intendeva fare Mikhail Khodororkovskj (l'oligarca preferito dalle parti del centrosinistra europeo) nel 2003 i cespiti petroliferi russi. (.........) Anche in Europa alcuni partiti e movimenti sovranisti e identitari presero, sulla scorta delle origini socialiste, soprattutto in Francia e in Italia, dell'ideologia fascista fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, a gurdare con attenzione all'idea di elaborare nuove sintesi oltre alla dicotomia storica sinistra-destra mutuate dalla "Quarta Teoria Politica" di A. Dugin. (.....) Tutto ciò inquietava gli intellettuali neodemocratici e altermondialisti in quanto l'unione della destra politico-culturale con la sinistra economica avrebbe rappresentato al meglio, marginalizzando definitivamente ogni ipotesi critica compatibile (ossia fondata sull'imprinting ideologico del sinistrismo) allo stato di cose presenti, le rivendicazioni delle classi subalterne, sfruttate e disadattate rispetto ai canoni culturali imposti dal globalismo, dall'esistenza commerciale e dalla società di mercato. Il capitalismo contemporaneo fonda le sue pretese di legittimazione sui dogmi della libertà di movimento (di merci, persone e cespiti finanziari) e della libertà di stampa (dele grandi corporations delle breaking news, dell'"infotainment, dell'entertainment e dell'infogossip" su scala mondiale). Gli intellettuali di sinistra condividevano i presupposti culturali alla base del capitalismo di libero mercato, soprattutto per quel che concerneva la loro adesione, convinta e interessata, ai dogmi liberali di cui sopra. (.....................) Dal libro "I Deplorevoli" di Paolo Borgognone L'autore di queste opere sarà presente il prossimo Sabato, 30 Settembre, presso il Circolo La Terra dei Padri, in via N. Biondo, 297, a Modena, ore 17,30.

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