di Luciano Lago
Nel suo goffo tentativo di riguadagnare consensi, non riuscendo a spegnere la rivolta dei Gilet Gialli contro il suo governo, Emanuel Macron cerca di spostare l’attenzione sulla poltica estera e sulle problematiche con alti paesi europei, in particolare attaccando quei paesi che non si sottomettono al duopolio Germania-Francia ed alle regole di Bruxelles.
Dopo la polemica con l’Italia e le invettive contro il governo “populista” giallo-verde, adesso Macron se la prende con la Polonia e con il suo governo giudicato nazionalista e retrivo.
E’ accaduto quando il presidente francese, in una grande conferenza stampa convocata per annunciare i suoi provvedimenti, riferendosi alla UE ha parlato della possibilità di ridurre la lista dei paesi inclusi nell’accordo di Schengen, perché nella sua forma attuale “non funziona più” e, di conseguenza, “si può persino fare in modo che questo accordo includa meno stati”. Così Macron ha proposto di escludere quei paesi che rifiutano di partecipare alla distribuzione dei migranti che arrivano in Europa e che non prestano abbastanza attenzione al controllo dei loro confini. Benché non accennasse direttamente di chi stava parlando, Varsavia ha ripreso a giusto titolo l’osservazione del presidente della Francia come riferita alla Polonia , come uno dei paesi che si sono opposti fermamente alle politiche di ripartizioni migranti decise dalla UE.. Il portavoce del Ministero degli Esteri, Eva Suvarain, in risposta, ha sottolineato che la Polonia non solo gode dei benefici dell’Unione Europea, ma ne sopporta anche l’onere. Come se non bastasse ne è seguita una reazione violenta anche da parte dei politici polacchi e dai media.
“È chiaro che Macron non riesce a far fronte ai suoi problemi interni, dalle proteste dei giubbotti gialli, alla brutalità della polizia e alle centinaia di feriti”, ha detto Arkadiusz Mulyarchik, uno dei membri della commissione parlamentare per gli affari esteri del partito di governo” Law and Justice” (PiS) . – Ecco perché lui sta cercando di riorientare l’attenzione della sua opinione pubblica sulla politica estera. Macron sta lanciando accuse contro la la Polonia e i polacchi, come ha fatto prima delle elezioni presidenziali in Francia, poi ha detto che i polacchi stanno rubando posti di lavoro “. Ha seguito la polemica un collega, il deputato Dominic Tarchinsky: “Sarebbe meglio per Macron impegnarsi ad affrontare le cause delle rivolte per le strade di Parigi e di quelli che bruciano le chiese, piuttosto che interferire negli affari interni delle nazioni sovrane. In tutta Europa, vediamo i risultati di una folle politica dei rifugiati”, ha detto l’esponente polacco.
Inoltre lo stesso ha aggiunto: “prima delle elezioni, Macron ha detto che voleva costruire una nuova Europa insieme ai tedeschi. Questa è una pazza idea di separazione e Europa a due velocità. Tuttavia, dopo il 26 maggio, dopo le elezioni al Parlamento europeo, lui resterà sorpreso. ” Nello stesso tempo la rivista polacca dell’opposizione Polityka afferma:
“È facile immaginare come, nei paesi esclusi dalla zona di Schengen, la narrativa sul predominio delle élite occidentali nell’Unione europea possa crescere, possa far aumentare l’euroscetticismo e con esso il sostegno dei partiti antieuropei”.

Questa polemica rappresenta un segnale di malessere dell’opinione pubblica polacca, forse un primo, anche se appena pronunciato sintomo di disgusto di buona parte dell’opinione pubblica polacca nei confronti della UE. . Da un lato, i polacchi oggi sono tra i più accesi sostenitori dell’UE. Intervenendo alla Conferenza regionale di Poznan su diritti e giustizia, il presidente di PiS Jaroslav Kaczynski aveva sottolineato in particolare che l’appartenenza all’Unione europea è “un’esigenza del patriottismo polacco, come questo sia vantaggioso per la Polonia – abbiamo un livello più elevato di sicurezza e uno status migliore”.
Tuttavia, d’altra parte, nel suo discorso, il leader polacco ha dovuto menzionare il rovescio della medaglia dell’appartenenza alla UE, quando ha detto che l’UE ha un problema con l’uguaglianza, che riguarda non solo “aspetti della grande politica”, ma anche “la vita di tutti i giorni”. Kaczynski ha dato un esempio con le differenze di prezzi fra Germania e Polonia su alcuni prodotti e l’imposizione di standard qualitativi inferiori sulle importazioni fatte dalla Germania. Questo potrebbe essere un particolare secondario ma le affermazioni di Varsavia sull’Unione Europea e viceversa sono molto più serie.
Nel corso della campagna elettorale per le elezioni al Parlamento europeo, il partito polacco al governo ha espresso diverse idee che potrebbero eventualmente essere in netto contrasto con l’ideologia progressista e liberal vigente nella UE. Il Partito “Legge e giustizia” ha adottato gli slogan di proteggere le famiglie polacche dalla politica europea di imposizione del gender , ha dichiarato la sua lotta contro le persone LGBT e si posiziona come una roccaforte dell ‘”Unione cristiana”. Le affermazioni fatte dal PiS non sono state esplicite ma il contesto in cui opera oggi è cambiato, e questo rientra sul deterioramento delle relazioni di Varsavia con un certo numero di capitali europee e Bruxelles. Non c’è soltanmto il tema dei migranti ma anche altre questioni essenziali nella polemica che oppone il partito nazionalista polacco con le autorità della UE.
Se gli equilibri politici dell’UE dovessero rimanere gli stessi, la Polonia potrebbe rimanere ai margini ed essere penalizzata, tanto che qualcuno osserva che potrebbe diventare una nuova “Turchia, che non ha spazio nell’UE”. Come la Turchia è considerata “troppo islamica” per essere gradita nella UE, la Polonia potrebbe essere considerata “troppo cristiana” per essere compatibile con l’ideologia di base della UE.. Alla fine, questo potrebbe portare, sulla base dei risultati delle riforme nell’Unione europea, a respingere Varsavia sul piano politico, e ai polacchi “pro-europei” saranno offerti in alternativa salvacondotti per transitare in Europa.
Nel frattempo, la Polonia stessa potrebbe trovarsi di fronte a un problema con la libera circolazione nella UE e, se l’idea del presidente francese Emmanuel Macron dovesse passare, si avrebbe una secessione della Polonia da questa Unione Europea. Chi fornirebbe in quel caso i passaporti ai polacchi filo europeisti ? Certo questa volta non sarà Putin.