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L’Eurogruppo fa un “buco nell’acqua sulla richiesta di Eurobond per il “Coronavirus”. Tedeschi e olandesi “Nien” !

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di Luciano Lago

Alla faccia della solidarietà europea si è visto come l’egoismo e gli interessi dei paesi del nord Europa si rifiutano di concedere alcuna solidarietà ai paesi del sud Europa, in particolare a Italia e Spagna, che si trovano nella gravissima crisi derivante dalla pandemia.
La proposta italiana era (ed è) quella di emettere obbligazioni garantite da tutti i paesi dell’Unione europea in modo da finanziare le spese per il contenimento del coronavirus. D’accordo anche Francia, Spagna, Portogallo.
Neanche per idea, sono volate parole grosse e hanno risposto i ministri di Germania e Olanda. In particolare se ne è uscito il ministro dell’Economia tedesco, Peter Altmaier, nel rispondere con una punta di ironia: “non vi fate venire questi geniali concetti”. In un altro passo del suo discorso lo stesso ministro ha qualificato la proposta dei paesi del sud Europa come “vecchie idee abiette”, con una malcelata dose di disprezzo.
Tutto era facimente prevedibile. La riunione dell’eurogruppo era il primo test su come si sarebbe comportata la UE di fronte all’emergenza. Si cercava illusoriamente da parte di Roma e di Madrid una strada di condivisione dei rischi economici che stanno piombando sugli stati membri con la crisi derivante dalla pandemia.
Le belle parole di circostanza pronunciate dal presidente, il portoghese Mario Centeno, del “continueremo a avorare oggi non è stato possibile arrivare ad allcuna soluzione”, non possono mascherare la realtà, ognuno viaggia per conto suo.

Il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier con Mattarella


Eppure il nostro esimio presidente Mattarella aveva da poco ringraziato la Germania (per cosa non si è capito) ed aveva parlato di agire per fronteggiare la crisi con “spirito europeo”.
Si è visto l’altro giorno al tavolo dell’Eurogruppo quale sia lo “spirito europeo”: “arrangiatevi da soli” è la sostanziale risposta e, sottinteso, se farete altri debiti vi calcoleremo gli interessi. Chiaro che, se l’Italia non sarà in grado di pagare, sarà commissariata e dovrà pagare tutto fino in fondo o cedere i suoi beni del patrimonio dello Stato.
Questo è il sistema dell’Euro (che tanto piace al PD e a quelli di “più Europa”) in cui l’Italia è entrata a suo tempo fra il tripudio di Romano Prodi, Massimo D’Alema, Ciampi, Veltroni e compagnia cantante.
Ce lo aveva predetto a suo tempo Paul Krugman (premio Nobel per l’economia): “L’Italia, adottando l’euro, si è ridotta come uno stato del terzo mondo che deve prendere in prestito una moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica”. Era rimasto inascoltato ed altri come lui, adesso tocchiamo con mano quello che ci aspetta, un destino simile alla Grecia.
I tedeschi staranno già accarezzando riservatamente l’idea di chiedere all’Italia, in garanzia per i prestiti, magari l’Isola d’Elba o le Tremiti, oppure il porto di Livorno e qualche aeroporto che a loro interessa in Italia.
Sempre più evidente la frattura fra quello che è in realtà l’Unione Europea, con la sua costruzione burocratica proiettata a favorire gli interessi delle elite finanziarie e la guida tedesca sull’Europa, rispetto agli interessi dei popoli d’Europa.
Nel mondo dei immaginario e utopistico degli apologeti della UE, questa doveva essere un organismo che doveva assicurare stabilità, sviluppo economico e solidarietà fra i paesi.

Il vero volto di questa Unione, come sempre accade, si è visto in occasione delle crisi: quella delll’austerità prima, quella dei migranti dopo, quella della pandemia del coronavirus adesso.
L’Unione Europea, l’Euro e le sue tecno-burocrazie, se li conosci li eviti. Meglio uscire e abbandonare tale gabbia prima che sia troppo tardi: la campana oggi suona per l’Italia e per la Spagna più che per gli altri paesi


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