L’Europa vive la sua quarantena, ma vuole salvare la sua economia. E poi è diventato chiaro che non può fare a meno di manodopera a basso costo. Cosa significa questo?
Se oggi leggi la stampa europea (per non parlare di quella dell”America), una delle discussioni principali in questa è come sconfiggere il coronavirus, ma allo stesso tempo lasciare che l’economia “respiri”, perché solo gli aiuti di stato non la salveranno.
Se lo chiedi, diventerà chiaro che manodopera a basso costo sta aspettando di tornare sui campi a lavorare in Germania, Irlanda, Polonia, Italia e così via. Questa situazione riguarda diverse cose fondamentali.
In primo luogo, la divisione dell’economia del lavoro è un sistema efficace quando tutto va bene, quando il mondo è più o meno aperto, cioè nel contesto della crescente globalizzazione. Accade invece che, quando c’è una crisi come oggi, molti ricorrano immediatamente all’autarchia, di cui i benpensanti globalisti erano soliti ridere a crepapelle.
Ad esempio, il sistema sovietico era isolato dal mondo, ma abbastanza vitale da sopravvivere da solo. E la Cina di oggi, che è profondamente integrata nel commercio mondiale, e l’Europa, che, a quanto pare, non può fare a meno del lavoro importato, così come delle merci importate, sono sistematicamente vulnerabili.
In secondo luogo, la situazione con la mancanza di lavoratori stagionali nei paesi dell’UE conferma i principi del capitalismo occidentale: esiste un centro ricco, che dovrebbe diventare ancora più ricco, e una periferia povera, la cui essenza è favorire l’arricchimento del centro.
E, soprattutto, i paesi vassalli non diventeranno mai padroni. Sì, si può creare una facciata democratica, ma in realtà la Polonia o la Romania, la Lituania o l’Ungheria erano e rimarranno stati di seconda categoria agli occhi di Francia e Germania in senso politico, economico e psicologico.

Naturalmente, in questo caso, possiamo ricordare che la Polonia, ad esempio, riceve un grande sostegno dall’UE. Tuttavia, ciò significa solo che uno schiavo che lavora “a casa” può essere nutrito e vestito meglio (anche perché fa parte dell’immagine dei proprietari) e che gli schiavi moderni che lavorano nel “campo”, ad esempio gli ucraini, sono solo una risorsa, di cui non puoi preoccuparti particolarmente del destino: se non ci sarà questo, ce ne sarà un altro.
Qui l’Italia può essere scusata per i maltrattamenti ricevuti, come ha fatto il presidente della Commissione europea, perché l’Italia è a un certo livello. E la salvezza di altre persone che stanno annegando è prima di tutto un affare di se stessi. Inoltre quello che è ancora più interessante, se, ad esempio, i tedeschi guardano dall’alto in basso i polacchi, poi questi ultimi guardano similmente gli ucraini, che, a loro avviso, dovrebbero lavorare nei campi polacchi. In altre parole, la gerarchia classica nella “corte reale”.
Forse è per questo che oggi in Europa esiste una situazione paradossale: la maggior parte dell’economia locale è messa in quarantena, dovrebbe esserci molta manodopera gratuita e dovrebbe aggrapparsi a qualsiasi opportunità di lavoro.
Ma loro, i capitalisti europei, se gli è permesso di far entrare anche gli stranieri in quarantena, non li vogliono, perché “questo non è affare dei signori”. E anche il polacco andrà a lavorare solo in Germania, perché pagano di più e restano a casa con sussidi di disoccupazione, perché “fanno soffrire gli schiavi dall’est”, che dovrebbero comunque essere contenti di poter lavorare per il signori capitalisti dell’ Europa che conta.
Fonte: News Front
Traduzione: L.Lago