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Adesso gli oligarchi di Bruxelles vogliono cacciare l’Ungheria dall’UE

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Ministro lussemburghese Asselborn

BERLINO, 13 SET – Il ministro degli Esteri del Lussemburgo, Jean Asselborn, nel corso di un’intervista al giornale Die Welt, ha attaccato frontalmente il governo di Viktor Orban, dichiarandosi favorevole a una possibile uscita dell’Ungheria dall’Ue. Bruxelles “non può accettare che i suoi valori fondamentali siano violati in maniera rilevante”, ha detto Asselborn, e chi “come l’Ungheria costruisce barriere contro i profughi di guerra o viola la libertà di stampa e l’indipendenza della magistratura dovrebbe essere sospesa temporaneamente o per sempre”. Asselborn ha aggiunto che "una modifica del trattato sarebbe utile al fine di permettere che l'adesione alla UE possa essere sospesa senza un voto all'unanimità richiesta. Se si dovesse applicare oggi, l'Ungheria non avrebbe la possibilità di affiliarsi alla UE". In precedenza, era stato il premier ungherese Viktor Orban ad accusare Asselborn di gettare discredito internazionale sull’Ue. Poco dopo non si è fatta attendere la reazione del ministro degli Esteri ungherese , Peter Szijjarto, il quale ha replicato al al suo collega lussemburghese in modo altrettanto secco: "Asselborn ha da tempo lasciato i ranghi della credibilità politica, è un uomo frivolo e frustrato, che ha parlato in tono paternalistico e arrogante".   Gli oligarchi europei temono che l'esempio dell'Ungheria potrebbe spingere altri paesi a perseguire una politica più indipendente. In realtà l'Ungheria non è il solo Stato "ribelle" alle direttive della Commissione Europea ma si trova in buona compagnia. Questo è confermato dal fatto che l'Ungheria e altri tre Stati dell’Europa centrale, che costituiscono il gruppo di "Visegrad Four", che comprende Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia, si sono opposti alle quote obbligatorie che la UE vuole imporre a ciascuno Stato membro. Senza contare la posizione dell'Austria che sembra sempre più vicina a quella dell'Ungheria, soprattutto se sarà eletto il nuovo presidente che è molto vicino alle posizioni di Orban. [caption id="attachment_19564" align="alignleft" width="300"]Viktor Orban Viktor Orban[/caption] In Austria temono l'ascesa al potere dei nazionalisti dell'FPO e stanno facendo di tutto per ritardare le elezioni, dopo i brogli trovati nelle ultime elezioni, poi annullate, adesso si trova il pretesto della colla difettosa nelle buste, per ritardare la data. Lo scorso dicembre l’Ungheria ha intentato una causa presso la Corte di giustizia europea per contrastare il tentativo dell’Unione europea di ridistribuire gli arrivi in ​​arrivo in tutta l’Unione europea. Una decisione potrebbe richiedere anni. Il prossimo referendum (che si celebrerà in Ottobre) è destinato a dare un ampio mandato popolare contro ‘i tentativi di quota forzati” di Bruxelles . Orban è considerato un leader antidemocratico dai componenti della Commissione Europea ma risulta che per ogni questione chiama i suoi cittadini ad esprimersi con un voto (cosa che in Italia, dove i Governi vengono nominati, gli elettori si possono soltanto sognare). Pertanto adesso il lussemburghese Asselborn propone agli altri membri della UE la possibilità di sbarazzarsi del "socio scomodo" al fine di preservare l'unità dell’UE. L’uscita dell'Ungheria è una possibilità concreta che potrebbe verificarsi per volontà del popolo ungherese che sarà chiamato a decidere, come promesso da Orban, una volta concluso il primo referendum. Da parte dell'Unione Europea, la questione ungherese, che potrebbe diventare poi la questione austriaca, Ceka o Slovacca, dimostra ancora una volta l'inefficacia della governance politica nell'UE. Era già successo per il problema delle sanzioni alla Russia: la Germania decide per tutti, che siano d'accordo gli altri o no. Adesso è la volta della spinosa questione dell'ondata migratoria ed anche in questo caso si vuole imporre la volontà di Berlino e di Bruxelles a tutti i membri. Alcuni si accodano sempre (come l'Italia di Renzi) ma altri non ci stanno. Già il fatto di voler proporre l'esclusione di un membro della comunità, rende evidente che non sussiste soltanto una mancanza di consenso su molte questioni, ma anche riluttanza a sedersi al tavolo per negoziare e risolvere i problemi su una base paritaria senza imporre la volontà prevaricarice di una stretta oligarchia di fatto. Gli Oligarchi di Bruxelles, nella loro arroganza, non hanno la consapevolezza di essere sempre più lontani dal sentire medio dei cittadini europei. Fonti: Politico.eu Traduzione e commento: Luciano Lago Vedi anche: Sarà l’Ungheria ad aggiungersi per la prossima uscita dall’Unione Europea?

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