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di Luciano Lago
Contrariamente a quanto si aspettavano gli oligarchi dell'Unione Europea, le concessioni fatte dalla Merkel alla Turchia non sono servite per calmare la rabbia di Recepit Erdogan e l'animosità del governo turco. Non è bastato il permesso accordato sia dalla Germania che dalla Francia per la celebrazione nei rispettivi paesi del referendum pro Erdogan fra i cittadini turchi residenti in Europa, al contrario dell'Olanda e dell'Austria che ne hanno proibito lo svolgimento.
La Turchia continua a minacciare l'Europa per i patti non mantenuti, per l'atteggiamento anti islamico di alcuni suoi membri, ben consapevole che può contare sulla debolezza e sull'arrendevole disponibilità dei governi europei, dalla Merkel ad Hollande, passando per l'Italia di Gentiloni.
Il ministro turco Suleyman Soylu, dopo aver dichiarato che presto in Europa si assisterà ad una nova "guerra santa", ha minacciato esplicitamente la UE di rompere gli accordi e permetter l'ingresso in massa territorio europeo di almeno 15.000 rifugiati ogni mese. La Turchia terminerebbe quindi la sua funzione di "Stato tampone" nel mantenere, a spese della UE, milioni di rifugiati e migranti che potrebbero affluire in massa verso l'Europa sospinti dalle autorità turche.
Il governo turco ha fatto cenno ad "accordi riservati" che sono stati sottoscritti con il governo turco dalla Merkel, a nome e per conto di tutti gli Stati dell'Unione Europea. Sembra quindi indirettamente confermato dagli stessi turchi che l'accordo con Ankara conteneva delle clausole segrete che allora (nel Marzo del 2016) non furono rese pubbliche. Lo stesso Erdogan adesso impugna l'accordo sostenenendo che le condizioni di questo sono state violate dalla UE ed in particolare la questione dei visti per i cittadini turchi nella UE ed altre condizioni non meglio specificate. I miliardi (3 ogni anno) dati dalla UE alla Turchia non bastano, ne vogliono altri per le guerre di Erdogan contro curdi e siriani.
I fatti sembrano dar ragione a quanti avevano già allora denunciato
la sottomissione al ricatto della Merkel e degli altri esponenti della UE che si erano allegramente "calati le brache " di fronte al turco ed appare probabile che la Merkel avesse avuto "suggerimenti" interessati dal suo grande amico Barack Obama. Vedi:
Il turco Erdogan minaccia Bruxelles e Berlino
Vi era stato allora qualcuno che aveva avanzato sospetti sull'accordo e lo aveva denunciato apertamente, ad esempio il premier ungherese
Viktor Orban ed anche il presidente della Repubblica Ceka, Milos Zeman. Questi furono prontamente oggetto di accuse da tutti gli altri responsabili di governo dei paesi europei, oltre ad essere sottoposti all'attacco e diffamazione da tutti i grandi media europei. Anche Matteo Renzi si era unito al coro, anzi questi arrivò a minacciare di "far tagliare i fondi europei a quei governi che non vogliano accettare le quote di migranti".
Il "fiorentino" in quell'epoca ci teneva a fare la figura del "primo della classe" in Europa ed a sottostare prontamente ad ogni direttiva da Bruxelles e da Berlino. Si ricordano le sue espressioni di affetto verso la Merkel chiamata sempre per nome ("...Angela ci ha assicurato...., Angela ci ha promesso....., siamo d'accordo con Angela....ecc..). Una vergognosa figura fatta fare al nostro paese sempre sottoposto al ruolo di colonia di Bruxelles, di Berlino e di Washington.
Oggi possiamo verificare chi aveva ragione a criticare quegli accordi con il turco e quale sia la reale situazione di sottomissione da parte dell'Unione Europea nei confronti dell'impresentabile "neo sultano" ottomano.
La questione turca poi dovrebbe porre all'opinione pubblica europea i seguenti interrogativi:
è lecito che sia un solo paese ed una sola esponente di un singolo governo, quello tedesco, a prendere decisioni che riguarano il futuro e l'assetto sociale di tutti i paesi europei? Si può accettare una sottomissione di fatto di tutti i paesi europei agli
interessi della sola Germania che, per i suoi problemi ed esigenze di mano d'opera a basso costo e di calo demografico, esige una immigrazione di masse di persone di culture diverse che devono poi riversarsi in quote per tutti i paesi europei, anche in quelli che si trovano in gravissima crisi economica ed occupazionale come l'italia, la Spagna, la Grecia?
Questa vicenda apre il velo dell'ipocrisia e della falsa propaganda fatta dei filo europeisti e sostenitori ad oltranza delle cessioni di sovranità a favore di Bruxelles in funzione degli interessi di Berlino e dei potentati finanziari di riferimento. Dovrebbe far riflettere.
Nell'ambito della polemica e delle accuse lanciate dalla Turchia , vi sono delle minacce velate ma piuttosto serie, in particolare contro quei paesi europei che non accettano il libero transito dei cittadini turchi e la possibiltà di integrare la Turchia negli accordi economici della UE.
Il ministro Soylu ha segnalato che a suo parere, le azioni dell'Europa sono dirette a debilitare la Turchia e si domanda se paesi come la Germania e l'Olanda non si rendano conto delle
possibili "conseguenze". Era lo stesso personaggio che aveva minacciato l'Europa di una nuova "guerra santa".
L'Europa è avvisata nel caso arrivi presto una nuova ondata di migranti ed a seguito di questa una campagna di attacchi violenti contro i simboli cristiani e le città europee. Qualcuno ha interesse nel creare anche in Europa le atmosfere tipiche del Medio Oriente con il loro carico di violenza settaria e terrorismo diffuso.